La strage di Erba torna in aula, il prossimo 16 aprile ci sarà l’udienza: ecco tutte le prove a carico di Rosa e Olindo.
Dopo la richiesta, e tutto il tempo che si è speso a capire se fosse il caso o meno di rivedere il processo, la strage di Erba torna in aula. Il 16 aprile si discuteranno le istanze di revisione dell’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi, ma ecco quali sono tutte le prove a loro carico.
Ha fatto molto discutere la richiesta di revisione del processo contro Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per quella che è stata definita come la strage di Erba. I due coniugi potranno tornare in aula infatti il prossimo 16 aprile inizierà la difesa dei due a discutere le istanze di revisione del loro ergastolo. I due sono stati condannati per il massacro di ben quattro persone, tra cui un bambino di due anni. I legali della coppia hanno chiesto l’istanza di revisione del processo che porterebbe quindi all’assoluzione a 18 anni dell’eccidio.
Le prove contro Rosa e Olindo, condannati all’ergastolo per la strage di Erba
E’ l’11 dicembre del 2006 quando l’Italia viene a conoscenza di una delle notizie più cruente di cronaca nera. Una strage, l’omicidio di quattro persone, tra cui un bambino di 2 anni e un ferito grave. Un vero e proprio massacro avvenuto in una cittadina apparentemente tranquilla, Erba, centro industriale della Brianza, in provincia di Como. Nella palazzina di via Diaz n.25 divampa un incendio ma quando i soccorritori arrivano trovano 4 cadaveri.
Sono i corpi di Raffaella Castagna (30 anni), di suo figlio Youseff (due anni e tre mesi), di sua madre Paola Galli (60 anni) e di una loro vicina di casa, Valeria Cherubini (55 anni). C’è anche un ferito grave, Mario Frigerio, marito della vicina, accoltellato alla gola. Si salva solo grazie a una malformazione congenita che gli impedisce di dissanguarsi prima dell’arrivo dei soccorsi.
A uccidere i 4 non sono state le fiamme, ma spranghe e armi da taglio. Inizia una vicenda legale durata diversi anni che si conclude solo il 3 maggio 2011 con la condanna all’ergastolo dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. I vicini, che abbinato al piano terra della palazzina, avrebbero ucciso i quattro per dissapori di vicinato, secondo i giudici.
All’appello dei presenti in casa manca solo Azouz Marzouk, marito di Castagna e padre del bimbo, in Tunisia in visita ai genitori. E’ il principale sospettato, si pensa a un regolamento di conti per lui, noto alla legge per spiaccio di droga. Ma le indagini si concentrano anche sui due coniugi che dal primo momento si mostrano subito freddi nei confronti della tragedia. Entrambi hanno inoltre piccole ferite, in più la Castagna aveva denunciato i due in passato per percosse proprio in seguito a una lite condominiale.
I due hanno un alibi: lo scontrino del McDonald’s di Como proprio la sera dell’omicidio. Gli investigatori non sono convinti e trovano tracce di sangue di Cherubini nel veicolo della coppia. In base a questo elemento e alle intercettazioni fermano la coppia. Entrambi confessano il 10 gennaio 2007 e anche Frigerio afferma di aver riconosciuto Olindo come autore del delitto.
Quando le indagini vengono chiude, in udienza preliminare, Rosa e Olindo si proclamano innocenti, ma c’è il rinvio a giudizio. Con l’inizio del processo Romano dichiara di esser stato convinto dai Carabinieri a confessare in cambio di una pena breve e la libertà della moglie. Insomma il caso diventa mediatico e si conclude con la sentenza di ergastolo in cassazione. Lo stesso Marzouk però, in Tunisia dopo esser stato espulso dall’Italia per una condanna per spaccio di droga, non crede che siano Olindo e Rosa i colpevoli.
Le prove contro Olindo e Rosa, condannati all’ergastolo per la stage di Erba
Passano anni e quelle prove che in tanto tempo e numerose indagini hanno condotto alla sentenza, vengono messe in discussione. E’ il 2023 quando Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale di Milano, chiede di riaprire il caso perché un errore giudiziario potrebbe aver condotto a una condanna ingiusta. La discussione dell’istanza di revisione è stata discussa e così l’udienza è stata rinviata al 16 aprile.
Il pg di Brescia Gido Rispoli però ha parlato di una “cascata di prove” contro Olindo e Rosa e ha contestato quelle dei difensori. Non ritiene che la famiglia Castagna sia coinvolta in alcun modo nell’omicidio. Un regolamento dei conti della criminalità organizzata pure lo ritiene “assolutamente inverosimile” per spiegare la strage.
Nei giorni seguenti la strage infatti Marzouk non mostrò mai di avere paura per la sua vita. Inoltre le prove presentate contro i coniugi Romano sono più che attendibili come la dichiarazione di Frigerio che la difesa vuole mettere in discussione. Nelle sue parole non ci sono falsità e le sue affermazioni non cambiano mai. Per tre volte dichiarò di aver riconosciuto Olindo come artefice del delitto.