La storia di Marco Bergano, il Mostro di Bolzano: come uccideva e come mai il suo nome è coinvolto nel delitto di Poma, rimasto irrisolto?
Quando si pensa ai serial killer, per chiunque sia affascinato dalla brutalità di certe figure, i nomi che vengono in mente sono sempre gli stessi e, la maggior parte delle volte, sono tutti d’oltreoceano. Purtroppo però, anche in Italia, diversi casi di omicidi seriali si sono consumati, uno su tutti quello del Mostro di Firenze che ha terrorizzato le campagne toscane tra gli anni ’60 e gli anni ’80. Eppure, c’è un mostro di cui si parla molto meno ma che non è da meno in efferatezza.
Quella del Mostro di Bolzano è una storia che si scrive da sola e che, comunque, si fa fatica a raccontare. Questo perché Marco Bergamo, il vero nome del Mostro, si è rivelato uno dei casi più tipici e allo stesso tempo più singolari, non solo per l’Italia ma per l’intera comunità che si ritrova a studiare i profili psicologici dei serial killer, così da trovare delle corrispondenze, dei punti di contatto.
Chi è Marco Bergamo
Il Mostro di Bolzano fu uno spietato serial killer che tra il 1985 e il 1995 uccide cinque donne, seguendo sempre lo stesso modus operandi: è un assassino che usa il coltello, che infligge diverse coltellate che gli inquirenti riconoscono come cariche di rabbia, per via della forza con cui il coltello viene conficcato. Un dettaglio che notano però, è che mai vi è la mutilazione dei genitali, cosa invece comune tra altri serial killer.
Secondo diversi osservatori, Marco Bergamo, questo il vero nome del Mostro, deve il suo sviluppo da killer seriale alla vita travagliata e a problemi psicologici non riconosciuti in tempo. Bergamo nasce nel 1966 e a quattro anni riceve la diagnosi di ritardo nel linguaggio, seguita anni dopo da svariati problemi come obesità e psoriasi, che lo porteranno a isolarsi da amici e compagni.
A destare preoccupazioni, il suo rapporto con le donne, verso cui Marco prova un forte senso d’odio. Per tutte le donne, eccetto che per la madre che coprirà già i primi segnali di squilibrio del figlio, come la collezione di coltellini che già dai 13 anni, inizierà a far lievitare, portandone sempre un esemplare con sé. Il primo omicidio è quello di Marcella Casagrande, una vicina di casa di Marco di soli 15 anni.
Oltre alle altre quattro vittime sparse negli anni e alla condanna a quattro ergastoli e 30 anni di carcere, lo scrittore Paolo Cagnan lo collegherà al delitto di via Poma, che vede come vittima Simonetta Cesaroni. Secondo Cagnan infatti, l’ipotesi Bergamo non sarebbe da scartare visti i tanti elementi in comune come il feticismo e il modus operandi. Marco Bergamo è deceduto nel 2017 a causa di una grave infezione polmonare.