Le indagini sulla morte dell’estetista di Bologna hanno portato ad una scoperta sconvolgente: gli importanti risvolti.
Sono passati circa tre mesi dalla scoperta del corpo senza vita di Francesca Migliano, la 52enne estetista di Bologna. Il corpo della donna fu rinvenuto nella sua abitazione dopo che la madre, non avendo più sue notizie da giorni, aveva deciso di recarsi proprio in casa della figlia per sincerarsi sulle condizioni di salute di quest’ultima.
Dopo aver aperto la porta dell’abitazione di Francesca, sua madre ha fatto la macabra scoperta: non era più in vita. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine che hanno subito messo in moto le indagini per capire come fosse morta la donna. A tre mesi dall’inizio delle indagini sono emersi importanti risvolti.
Francesca Migliano è stata trovata senza vita in casa da sua madre lo scorso 15 gennaio 2024. Già dal giorno dopo, il 16 gennaio, gli inquirenti hanno iniziano a indagare sulla morte dell’estetista. L’autopsia ha rivelato che la donna è morta circa due settimane prima del ritrovamento del cadavere.
Il 17 gennaio gli investigatori hanno identificato un uomo che, il giorno del decesso di Francesca Migliano, si trovava con lei nella sua abitazione. L’uomo viene interrogato e messo sotto indagato per omicidio. L’avvocato dell’uomo indagato si astiene da qualsiasi commento in attesa dei risultati di ulteriori accertamenti autoptici. Il 20 gennaio la Procura apre ufficialmente un’inchiesta per omicidio a carico dell’uomo indagato.
L’uomo indagato ha ovviamente ricevuto un avviso di garanzia mentre l’avvocato della difesa dell’uomo indagato attende i risultati degli accertamenti autoptici prima di rilasciare dichiarazioni. Le indagini proseguono senza sosta per fare luce sulla morte di Francesca Migliano.
Il caso dell’estetista morta a Bologna potrebbe essere l’ennesimo femminicidio che si consuma nel nostro Paese. Solo nel 2023 sono state 120 le donne uccise in Italia: di queste 64 sono state uccise da partner o ex compagni. Ad uccidere le madri sono stati nell’89% degli episodi i figli maschi. I presunti autori degli omicidi di donne risultano individuati con percentuali intorno al 90%.
I dati sono riportati nel report “8 marzo. Giornata internazionale dei diritti della donna. Donne vittime di violenza”, del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, Ufficio a composizione interforze del Dipartimento della pubblica sicurezza. Nel rapporto è definito “interessante” anche il dato inerente all’applicazione del “codice rosso”, che vede un “significativo incremento”, sia dei delitti commessi che delle segnalazioni a carico dei presunti autori noti”.
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