Si riaccendono i fari sull’omicidio di Liliana Resiovich con nuove accuse scaturite da un’accesa discussione tra la cugina e il marito della vittima.
Il caso di Liliana Resinovich continua a tenere alta l’attenzione degli italiani. Il suo corpo fu ritrovato il 5 gennaio 2022 in un boschetto di Trieste, precisamente all’interno dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni, sollevando una serie di interrogativi ancora irrisolti. Nonostante l’autopsia non abbia rivelato la presenza di sostanze tossiche o droghe nel suo organismo, né lesioni esterne evidenti, la causa del decesso sembra essere stata asfissia, con la testa della donna avvolta in due sacchetti di plastica per alimenti.
Inizialmente, la Procura di Trieste aveva proposto l’archiviazione del caso ipotizzando il suicidio di Liliana, ma tale conclusione non convinse il fratello della vittima, Sergio Resinovich, che contestò subito questa tesi. Il giudice per le indagini preliminari ha quindi accolto le obiezioni del fratello, ordinando ulteriori approfondimenti per cercare di fare luce su questo enigma. Tra i principali dubbi ancora da chiarire vi è il motivo per cui la testa di Liliana fosse avvolta in sacchetti di plastica e il corpo inserito in sacchi neri.
Durante le indagini, sono state ascoltate più volte persone chiave come il marito della vittima, Sebastiano Visintin, e l’amico Claudio Sterpin, con cui Liliana aveva una relazione e che aveva presentato la prima denuncia in Questura dopo che la donna non si era presentata a un appuntamento. Nonostante la richiesta di archiviazione, il giudice per le indagini preliminari Luigi Dainotti ha deciso di aprire un’inchiesta per omicidio volontario.
Il confronto tra il marito Sebastiano Visintin e la cugina di Liliana Resinovich, Silvia, durante una puntata della trasmissione televisiva “Quarto Grado”, ha dato vita ad un confronto sulla misteriosa scomparsa e morte della donna.
Silvia ha accusato Visintin di essere a conoscenza della relazione extraconiugale tra Liliana e Claudio Sterpin, riportando informazioni su presunti dettagli riguardanti la morte della consorte che l’uomo avrebbe tenuto nascosti. Secondo quanto emerso dalle indagini, Visintin avrebbe confidato a una terza persona di aver accompagnato Liliana ad abortire tra il ’91 e il ’93, alimentando così sospetti sulla paternità dei figli della coppia.
Silvia inoltre, ha accusato Visintin, che ad oggi non è indagato, di essere stato più un padrone che un compagno per Liliana, descrivendo il loro rapporto come privo di affetto e caratterizzato da decisioni unilaterali da parte dell’uomo. Visintin, tuttavia, ha respinto le accuse sostenendo che in realtà erano invece i suoi familiari a voler prendere decisioni per lei e che i suoi rapporti con la famiglia di Liliana fossero rimasti superficiali nel corso degli anni.
Durante la trasmissione è stato mostrato un filmato delle ultime immagini di Liliana prima della sua scomparsa, nel quale la donna è stata vista con tre sacchetti della spazzatura e pantaloni di tonalità grigia, differenti da quelli ritrovati sul corpo al momento del ritrovamento. L’ipotesi che i pantaloni siano stati sostituiti, insieme alla data della morte stimata dalla consulenza medico-legale, ha aggiunto ulteriori elementi di mistero a un caso già intricato e pieno di interrogativi.
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