Richard Kuklinski, uno degli assassini più feroci che abbia operato nel XX secolo. Soprannominato “The Ice Man”, la sua vita criminale è stata caratterizzata da fredda brutalità e professionalità letale.
Richard Kuklinski, nato a Jersey City nel 1935 e morto a Trenton nel marzo 2006, è stato uno dei criminali più efferati e produttivi del secolo scorso. Ancora oggi è difficile non pronunciare il suo nome senza che un brivido percorra la schiena. La spietatezza e la violenza perversa con cui faceva fuori le sue vittime è raccapricciante.
Era figlio di due immigrati di origine polacca e irlandese. La famiglia versava in condizioni economiche molto precarie. Secondo diverse fonti, il padre (Stanley) era un uomo terrificante. Alcolizzato, dedito a picchiare violentemente moglie e figli, arrivò a uccidere il primogenito Florian (di soli otto anni) a suon di percosse (era fratello maggiore di Richard), dicendo a tutti che si trattò di un incidente.
Anche la madre Anna, tuttavia, era severa e poco amorevole, definita da Richard un “cancro” che distruggeva ogni cosa che toccava. Fu in questo clima che crebbe il giovanissimo Kuklinski, avendo quello come unico esempio da seguire, forgiando il suo temperamento da feroce assassino (fatto che, ovviamente, non giustifica le sue sconvolgenti azioni future).
Come da copione di quasi tutti i serial killer, tormentava e uccideva animali randagi che gli capitavano a tiro. Il suo primo omicidio viene fatto risalire all’età di circa 13 anni. Richard Kuklinski uccise un coetaneo di nome Charley Lane, reo di averlo bullizzato. Lane venne aggredito con un bastone e Kuklinski infierì sul suo corpo, umiliandolo, tagliando le dita di mani e piedi con un’accetta e togliendo i denti con delle pinze per impedire un’eventuale identificazione.
La “carriera” di assassino di Richard Kuklinski in età adulta iniziò in seguito ai contatti con la famiglia mafiosa De Cavalcante e il rapporto con Carmine Genovese. Divenne un killer su commissione; prima dei 30 anni aveva già ucciso oltre 60 persone.
Si guadagnò con il tempo il soprannome di “The Iceman“ poiché aveva l’abitudine di congelare i corpi delle sue vittime per confondere le indagini sulla data della morte. I metodi utilizzati erano molteplici e si serviva di diversi strumenti; dalle pistole ai fucili ma addirittura anche bombe a mano, mitragliatrici, mazze, coltelli, corde, veleno e balestre.
A volte attirava i malcapitati in una grotta, li legava, lasciava una telecamera a riprendere i loro resti. Tornava il giorno dopo per vedere come i ratti avessero ridotto il corpo e mandava le immagini ai mandanti degli omicidi.
Kuklinski venne arrestato nel 1987 e venne condannato a 6 ergastoli. Tuttavia, la mancanza di testimoni oculari gli evitò la pena capitale. Si stima che fu autore di più di 250 omicidi.
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