Il 16 aprile ci sarà il processo di revisione chiesto da Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati all’ergastolo nel 2007 per la strage di Erba.
Era l’11 dicembre del 2006, quando verso le 20:20, al numero 25 di via Armando Diaz nella cittadina di Erba, in provincia di Como, divampò un incendio all’interno di uno degli appartamenti del condominio del Ghiaccio. Due vicini entrarono nell’edificio e trovarono un uomo ferito: era il sessantacinquenne Mario Frigerio.
Poco dopo, i soccorritori rinvennero il corpo senza vita della trentenne Raffaella Castagna, Paola Galli madre di Raffaella, Youssef Marzouk figlio della giovane ragazza e Valeria Cherubini, cinquantacinquenne moglie di Frigerio. Successivamente saranno riconosciuti come colpevoli e condannati all’ergastolo due vicini di casa delle vittime, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. Dopo 18 anni dai fatti sembra essersi riaperto il caso e il 16 aprile ci sarà un nuovo processo: ecco cosa è successo.
Il 10 gennaio 2007 i Romano confessarono di essere loro gli esecutori della strage, descrivendo con minuzia di particolari quanto compiuto: il tipo di ferite inferte, le armi utilizzate, la posizione dei corpi delle vittime e via discorrendo. Poi ritrattarono. Oggi i legali dei coniugi mettono in discussione la testimonianza del sopravvissuto Mario Frigerio.
Ultima ora Rosa e Olindo: ecco finalmente tutta la verità
Inizialmente i sospetti si concentravano sulla figura di Azouz Marzouk, marito tunisino della vittima Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, anche a causa dei suoi trascorsi per droga. “La pista di droga che tutti vogliono far credere mi sta creando molto problemi ora che mi sto trasferendo qui in Italia anche per trovare lavoro, bisogna lasciarla perdere“ ha affermato Azouz Marzouk ai microfoni dei giornalisti posizionati davanti al Palazzo di Giustizia di Brescia.
Il 16 aprile si tornerà in aula per l’impugnazione straordinaria promossa dai legali dei coniugi Romano: l’istanza di revisione presentata dalla difesa verte principalmente sul mettere in discussione il riconoscimento di Olindo fatto dal sopravvissuto Mario Frigerio. La revisione è un mezzo di impugnazione straordinario disciplinato dagli articoli 629 e ss. del codice di procedura penale. Tra le ipotesi che la legittimano vi è la sopravvenienza di nuovi elementi probatori.
Alla notizia della riapertura del processo davanti al Palazzo di Giustizia di Brescia si è potuto assistere non solo all’arrivo di un’enorme schiera di giornalisti, ma anche al raduno di molti giovani che hanno affermato di essere incuriositi visto il clamore mediatico degli anni scorsi attorno alla vicenda.
Tra gli elementi posti a giustificazione dell’istanza di revisione, i legali dei coniugi Romano mettono in discussione il riconoscimento fatto da Frigerio, le confessioni poi ritrattate della coppia e la macchia di sangue ritrovata nella vettura di Olindo Romano che ad avviso della difesa sarebbe stata contaminata.